Dario Di Vaira
Dario Di Vaira

I VOLTI NUOVI DELL’IMPRENDITORIA AGRICOLA

Dario Di VairaFiglio di una famiglia molisana arrivata a Bolgheri nei primi anni ’50, il giovanissimo Dario Di Vaira ha ereditato la passione agricola trasformandola in quella che oggi è un’azienda che produce vini Doc Bolgheri. L’ultimo arrivato in casa, da pochissimo sul mercato, è il superiore Ville Rustiche, che corona già una discreta produzione di rosso e bianco. E questo mese sarà pronto anche l’agriturismo con il primo ristorante certificato della Provincia, a Km 0.

All’inizio è stata dura? Mio padre è arrivato qua ad appena un anno, con pochissima disponibilità economica, ma allora il credito e le banche erano più accessibili, l’agricoltura godeva di discrete agevolazioni sugli interessi e il lavoro agricolo, anche se duro e primordiale, riusciva a ripagare. Si acquistarono i primi terreni in località Magazzino e ancora in località Lamentano, per una superficie complessiva di circa 50 ettari. Agli inizi degli anni ’60, dopo circa dieci anni, in cui tutta la famiglia dormiva in un’unica stanza ricavata in una stalla, i miei nonni costruirono la casa dove oggi si trovano gli appartamenti dell’agriturismo. Oltre all’abitazione vi erano la stalla, i granai e la cantina, perché già a quei tempi la mia famiglia coltivava la vite e produceva vino che vendeva sfuso.

 

Al tempo regnava la produzione di frutta e ortaggi? Sì, alla fine degli anni 60 erano 7 gli ettari vitati coltivati. Fino agli anni ’90, l’azienda si è fondata su un’agricoltura promiscua con il boom della frutta, soprattutto pesche e ortaggi di Bolgheri richiesti nel mercato nazionale. Le produzioni di vino e olio sono comunque sempre state una colonna portante poiché erano costanti. Nel 1990 l’azienda di mio nonno venne divisa tra i figli e mio padre Pasqualino, oltre alla terra, ottenne anche la casa padronale, dove nel 1992 aprì uno dei primi agriturismi del territorio,  circondati da piante di Eucaliptus. Da qui  ci siamo ispirati per il nome dell’azienda.

E’ cambiato anche il turismo da allora? Il periodo medio di pernottamento allora era di qualche settimana, a volte un mese intero. La disponibilità economica delle famiglie era molto maggiore e questo si traduceva in soggiorni più lunghi, meno attenzione ai servizi rispetto al costo dell’affitto e acquisti e cene fuori più frequenti. Inoltre la fidelizzazione era spontanea dato che la maggior parte dei clienti, conlcuso il soggiorno, prenotava già per l’anno successivo.

E poi il vino, seriamente…  Nel 1998 è stata piantata la prima vigna a Doc Bolgheri, cabernet sauvignon, merlot e sangiovese. E anche olivi, circa 1500. Nel 2001 dalle vecchie carraie abbiamo ristrutturato una villetta indipendente e i posti letto in agriturismo sono arrivati a 17. Nel 2005 nasce la prima bottiglia Doc Bolgheri, Clarice, in via sperimentale su mia pressione e passione. In quell’anno infatti ho iniziato il corso di viticoltura ed enologia alla facoltà di agraria di Pisa. Nel 2007 è stato piantato l’ultimo ettaro di vigna per un totale di 4, che a partire dal 2008 danno in totale circa 15.000 bottiglie tra Bolgheri superiore Ville Rustiche, Bolgheri Rosso Clarice, Bolgheri Vermentino Le Pinete e Igt Toscana Chardonnay Rapè.  Nel 2008 cominciano i lavori per la nuova cantina, costruita nel capannone che serviva da magazzino per la frutta e gli ortaggi, ed a soli 26 anni sono balzato alla conduzione dell’azienda. Nel 2010, finita la cantina, si conclude un periodo di conversione da agricoltura promiscua ad agricoltura specializzata in vino ed olio e sono diventato enologo.

L’impegno anche economico è stato forte? Dal 2008 ad oggi abbiamo investito più di un milione di euro per l’ammodernamento e la diversificazione. Gli investimenti hanno riguardato la cantina, dalla nuova struttura ai macchinari: siamo in grado di condurre il vigneto dalla potatura alla vendemmia, vinificare l’uva, affinare il vino e andare in bottiglia, tramite le più moderne attrezzature, senza l’appoggio o l’aiuto di terzi. Questo fa sì che tutti i processi di lavorazione siano controllati ed effettuati in prima persona, con il vantaggio della tempestività d’intervento e il controllo della qualità del processo.

Accanto all’agriturismo e agricampeggio è arrivato anche il primo ristorante a km. 0?  L’idea è quella di una cucina semplice in cui la freschezza e la qualità degli ingredienti sono regine. Ovviamente vino, olio, frutta ed ortaggi provengono dalle nostre cantine e dai nostri campi, per il resto abbiamo selezionato aziende non lontane di più di 30 km che lavorano e vendono i prodotti direttamente. La sala ristorante di giorno funziona come sala degustazione. Lo scopo è quello di sensibilizzare i consumatori ad una spesa ed un’alimentazione che rispetti il ciclo naturale delle stagioni, ovvero, mangiando frutta e verdura di stagione e prodotta nel proprio territorio, (ove possibile).

Insomma tutti buoni propositi per tracciare il segno nel futuro del mondo vitivinicolo bolgherese? Sono arrivato nel pianeta vino con molta umiltà e a piccoli passi. Se c’è una cosa che ho capito è che un ottimo vino e un’ottima reputazione aziendale non si costruiscono in un giorno o con imponenti strategie di marketing. Il luogo dove si devono concentrare le forze, prima di tutto, è la vigna, perché è da lì che nasce tutto, come mi ha insegnato mio padre nella sua esperienza di mezzo secolo di vignaiolo a Bolgheri. Scopo è cercare di ottenere il meglio da ogni singolo grappolo, per arrivare in cantina con un bagaglio ampio, su cui potersi concentrare. Questo è molto impegnativo perché ogni annata è diversa dall’altra, ma l’obiettivo è dar vita ad un vino che sia la massima espressione in merito all’annata che ha passato quel famoso grappolo. L’impegno da piccolo produttore, nel senso anche di età, che mi sono prefissato è questo, un lavoro silenzioso, di studio, di ricerca interno all’azienda con lo scopo della massima qualità ottenibile esclusivamente dalle nostre forze e dai nostri mezzi. L’essere piccolo in questa visione è un sicuro vantaggio, perché ti pemette di avere una visione di insieme sull’azienda e il controllo totale di tutte le operazioni anche le più semplici. È un messaggio non immediato, fatto di costanza e passione, ma una volta recepito, rimane solido e cresce spaventosamente, come una pianta di Eucaliptus.

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