Alberto Sordi
Sordi Castiglioncello

Alberto SordiA dieci anni dalla scomparsa dell’attore Alberto Sordi Castiglioncello ne ricorda i trentaquattro che lo legarono alla località turistica, tradizionale meta del gotha della cinematografia italiana. Già, perché tanti furono gli anni – dal 1962 al 1996 – che Sordi possedette l’abitazione arroccata sul promontorio di Punta Righini. Come si legge nel libro “Castiglioncello e il cinema” di Massimo Ghirlanda, (presidente dell’associazione “Centro studi Commedia all’italiana” di Castiglioncello): “Il legame tra Sordi e Castiglioncello è, quasi esclusivamente, quello tra l’attore e la sua bella villa “La Giuliana”. Il vissuto fra le mura di questa “fortezza” descrive il profilo di un personaggio tanto geniale sul set, quanto bizzarro nella vita privata. Racconta Masolino d’Amico, figlio di Suso Cecchi – mecenate dei “cinematografari” in villeggiatura a Castiglioncello – nel suo libro “Persone speciali”: “Le bellissime case che si comprava, che arredava puntigliosamente e che faceva tenere con immacolata pulizia, sembravano sempre vuote perché lui ne abitava solo l’angoletto dove preparava i copioni, oppure era altrove, sui set”. Anche Ghirlanda ribadisce e precisa queste abitudini: “decise di ristrutturarla, [la villa, ndr] facendone uno spazio ideale per scrivere e rivedere le sue sceneggiature, spesso con lo sceneggiatore e produttore Sergio Amidei. Tuttavia l’abitò poco: qualche volta d’inverno e nei giorni di Ferragosto, invitando amici dello spettacolo a lui cari.” Aggiunge D’Amico: “la fece lentamente ristrutturare e ingrandire con molto buon gusto, ci impiantò una costosissima piscina e non ci venne quasi mai. Era una casa per l’estate, e lui d’estate, tutte le estati, girava. Veniva di solito un paio di giorni, giusto a ferragosto, apriva la casa e invitava a cena, con somma liberalità, tutto il gruppo (i Mastroianni, i Panelli, le Kessler di passaggio, ecc.). Il tempo di farla ammirare, e spariva. «Ci verrò più spesso quando lavorerò meno», diceva.”

Come ricorda Ghirlanda, la villa fu acquista “grazie all’interessamento di Suso Cecchi d’Amico, […] nel 1962, da Memmi, la figlia di Corcos”. L’abitazione, in via Monti, infatti, fu “voluta nel 1895 dal barone Fausto Patrone per il pittore livornese Vittorio Corcos”. Un ricordo di Indro Montanelli della signora Strozzi (nome acquisito dopo il breve matrimonio con un rampollo dei marchesi Strozzi) ne riporta una lettera in cui ella descrive il suo soggiorno nella villa di Castiglioncello con struggente malinconia; quasi un presagio del futuro di quella sontuosa abitazione, destinata a legarsi a esistenze solitarie, ma anche una descrizione magistrale della singolare bellezza del panorama castiglioncellese che qui vogliamo ricordare. Nella lettera, riportata nel libro “Gli incontri” di Montanelli leggiamo: “Caro Indro, il mare si è messo un vestito di pettinato grigio-celestino, e zitto zitto sta partendo. Ci lascia all’asciutto, e gli scogli grandi e piccoli, secchi e puntuti, aspettano che ritorni. Siamo, loro ed io, abituati a questi viaggetti che ogni tanto anche il mare fa. Dove vada, no lo so. Alla Gorgona? Alla Capraia? In Corsica? Noi non vediamo più in là di queste isole. Dai suoi viaggetti di tramontana anche il mare ritorna sempre, a volte tutto contento e allegro, a volte furibondo che un subitaneo libeccio lo rimandi a casa, e allora rotola la sua ira sulla scogliera con ondate fragorose e salatissime. Anch’io mi arrabbio e lo tratto male, e lui tratta male me, e litighiamo come una vecchia coppia bisbetica, poi facciamo delle paci celestiali, e lui mi racconta cose che vanno al di là dell’orizzonte e che solo un poeta potrebbe ripetere senza sciuparle. Mi sono detta: ‘Mi chiudo quassù in questa stanza all’ultimo piano di una casa deserta, senza telefono, senza campanello, senza voci di bambini, senza famiglia, senza scampanare di chiesa, e vedrò cosa succede…” A leggere queste parole sembra di immaginarlo, l’Albertone, in un cantuccio semibuio, al fresco delle mura dell’immensa dimora a strapiombo sul mare, al riparo dal caldo, dagli schiamazzi del bagnasciuga, dalla luce accecante di agosto, mentre rilegge i copioni del prossimo film.

In realtà qualche foto immortala Sordi in alcune serate mondane della Castiglioncello anni ‘60. Fra queste e fra i ricordi di molti residenti troviamo Sordi nel pubblico del Concorso ippico, che allora si svolgeva all’ex campo sportivo, a fianco della Pineta Marrradi, o in alcune serate al Tennis Club. Le testimonianze, tuttavia, sottolineano come la presenza dell’attore a Castiglioncello fosse più distaccata e meno disinvolta di quella di altri celebri frequentatori del posto, come Marcello Mastroianni e Paolo Panelli. “Per spiegare la riservatezza di Sordi – si legge nel saggio di Ghirlanda – Luigi Filippo d’Amico ricordava come l’attore a Castiglioncello era nominato solitamente con il cognome a differenza dell’amico Mastroianni che era invece chiamato da tutti col nome di Marcello”.

Nella memoria collettiva paesana ritroviamo anche qualche curioso aneddoto a metà fra il vero e il mitologico: “Un curioso aneddoto – ricorda ancora Ghirlanda – racconta che proprio qui [a Castiglioncello, ndr] alcuni amici tentarono di far prendere moglie all’attore, ma questi, vedendola arrivare, tentò la fuga gettandosi in mare”. Un altro aneddoto che aleggia nel ricordo locale dell’attore è legato a una volta che – si racconta – rimase chiuso nella stanzetta della direzione dei Bagni Lido, dove la proprietaria l’aveva fatto entrare per cambiarsi il costume da bagno dato che le cabine erano tutte occupate. Una volta cambiato sembra che non riuscisse più ad aprire la porta e che, preso dal panico, si fosse messo a gridare disperato “aiuto”, prima che la proprietaria corresse a liberarlo.

Sordi-Giuliana

Un altro episodio, legato sempre a una sventura, ce lo racconta Dario Ballantini, protagonista su questo numero con un’intervista: “Avrò avuto vent’anni – racconta – era d’estate ed ero venuto al mare a Castiglioncello con un amico: incontrammo Alberto Sordi col fratello nei pressi della sua villa; ci chiese se potevamo aiutarli a spingere l’auto che si era fermata. Così facemmo.”

Come ricorda nel suo libro Ghirlanda “il rapporto tra Sordi e Castiglioncello si interromperà in seguito alla morte del fratello Giuseppe, avvenuta proprio d’estate. La villa sarà venduta nel 1996”. Giuseppe, infatti, fratello maggiore di Alberto Sordi, morì nel 1990, dopo essersi sentito male proprio nella villa di Castiglioncello. Portato d’urgenza al pronto soccorso di Cecina venne trasferito all’ospedale di Livorno dove morì, all’età di 75 anni. In molti fanno coincidere questo tragico evento con la fine della frequentazione e con la successiva messa in vendita della residenza, da parte dell’attore. Secondo queste voci tale decisone sarebbe legata a un presunto atteggiamento superstizioso di Sordi, noto, del resto, anche per alcune abitudini stravaganti. Ma questo, probabilmente fa parte del mito, inevitabile quando si è “grandi” come lo è stato Alberto Sordi.

Il legame di Sordi con Castiglioncello è ormai entrato a fa parte della storia della località, in maniera indissolubile. A suggello di tale unione, nel 2003, poco dopo la scomparsa dell’attore romano, l’amministrazione comunale l’ha omaggiato intitolando un tratto della passeggiata a mare “Lungomare Alberto Sordi”, precisamente la parte che va dalla Pineta Marradi fino a Punta Righini, in prossimità proprio di “Villa-Corcos-La Giuliana”.

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