La cantina e i protagonisti bolgheresi al Wine Forum
Dopo la DeAgostini che fare? L’essere piemontesi sicuramente l’ha aiutati. E la scelta è stata quasi naturale. Così i Boroli hanno deciso d’investire nel vino, nelle Langhe. Silvano, il padre e i quattro figli: Achille e Carlo gli economi; Guido, l’architetto; Filippo il medico. Il cambio generazionale ha voluto Achille alla guida della nuova avventura imprenditoriale della famiglia.”Abbiamo trascorso una vita in risaia – racconta Achille – troppa nebbia e troppe zanzare. Il riso non ci ha convinto. E siamo arrivati qui, in una giornata di chiaro.Franco Martinetti è stato il tramite per Alba. oltre ad essere un produttore è un grande conoscitore della zona e ci ha invitato qua. Abbiamo avuto la fortuna di trovare una grande opportunità: le Cascine Bompè. Abbiamo iniziato da amanti del vino ma non da produttori. Abbiamo creato un team per capire cosa serviva per fare il vino buono. Abbiamo espiantato l’80% di tutte le viti sui 20 ettari ad Alba, mantenendo la varietà di uva. Sostituendo solo l’Arneis al Cabernet. Un processo graduale. Abbiamo acquistato alla fine del ‘97, poi abbiamo capito che dovevamo fare Barolo e Barbaresco e questa zona non ce lo permetteva. Era l’unica maniera per fare successo. E’ arrivato il colpo della vita: la Brunella. Una delle più vecchie cascine di tutto Castiglione Falletto, dove è nato il Barolo. I vecchi proprietari facevano quantità e per loro costava troppo. In mezzo per di più al Villero, il cru di prima categoria. Lì abbiamo espiantato circo il 35%, anche di Barolo. E ne è valsa la pena”.
Ed è iniziata l’avventura con un pizzico di follia. Oggi l’azienda produce tra le 220mila e 250 mila bottiglie, dodici etichette tra cui ben 4 Baroli. “All’inizio – continua Achille Boroli – eravamo poco coinvolti dalla produzione, dovevamo guardare ed imparare, adesso invece ho un’idea ben precisa di come deve essere il risultato finale e ogni anno ci avviciniamo alla “mano Boroli”. Mi ha aiutato bere vini in tutto il mondo. La folgorazione è stata quando alla Bottega del vino a Verona abbiamo aperto bottiglie straordinare di Borgogna. Cerchiamo quell’eleganza e quella finezza.
LA BRUNELLA Da casa a cantina a Castiglion Falletto, il cuore del Barolo. La prima cantina al mondo che usa barrique non solo come ornamento. “Guido, mio fratello è l’autore. Volevamo una cantina nel rispetto dell’ambiente, spendendo il giusto ma che avesse un design unico. Per qualche mese ha vissuto come un vignaiolo e ha capito che le barrique erano un problema. Le compri, costano e poi le butti.Voleva riutilizzarle. E ne ha fatto il rivestimento della cantina. Circa 400 barrique smontate che non hanno solo una funzione estetica ma ci hanno aiutato a risparmiare energia per la temperatura interna, inoltre il colore si mimetizza nell’ambiente”. Per la costruzione della cantina sono stati utilizzati materiali e tecnologie tipici delle barche. Guido Boroli ha studiato la nuova cantina de La Brunella dedicata alla vinificazione, all’invecchiamento e all’affinamento del Nebbiolo da Barolo e dei cru Cerequio e Villero in funzione di due necessità primarie dell’azienda Boroli: avere un luogo esclusivo dove produrre al meglio il Barolo e avere un luogo in cui accogliere i propri clienti. Ecco perché le zone adibite alla lavorazione creano un percorso distinto da quello che si segue durante le degustazioni e le visite: il Barolo diventa protagonista, i clienti sono ospiti.
LOCANDA DEL PILONE
Stella Michelin 2013 per la cucina di Masa, lo chef giapponese della scuola di Antonino Canavacciuolo. Un panorama mozzafiato ed un servizio discreto, giovane e preciso. Un mix originale tra la cucina partenopea, quella piemontese e la cura giapponese. Piatti della tradizione, ma non solo, rivisitati in chiave personale, dove spiccano i fiori di campo e una presentazione stupefacente. Senza niente togliere al gusto vivo. Da provare lo spezzatino di pesce e il dessert tris yogurt (meringa- spuma e sorbetto). Per la Locanda, a colazione, i sapori della tradizione con i biscotti secchi alla nocciola e le marmellate artigianali. Non ci dimentichiamo le 1200 etichette in carta vini, con la percentuale maggiore di piemontesi.
BOROLI WINE FORUM
Il Boroli Wine Forum dal 2009 cerca di proporre un tavolo di confronto comune tra tutti i protagonisti del settore vitivinicolo italiano: istituzioni, produttori, associazioni di settore e stampa. Sono stati protagonisti nelle edizioni passate produttori storici di Bolgheri come Michele Satta . L’edizione di quest’anno ha avuto come tema “Vino e Architettura: la cultura italiana conquista la Cina”. Ha partecipato il direttore generale di Tenuta dell’Ornellaia Leonardo Raspini impegnata nel corso degli ultimi anni a rafforzare la propria presenza in Cina grazie al legame sviluppato con l’arte e la cultura.
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